Corso gestione emergenze a risorse limitate

Il progetto di formazione di emergenza primaria in contesti difficili o a risorse ridotte è rivolto ad aziende ospedaliere/reparti di emergenza che intendano riscoprire la “primary medicine” al fine di ottenere importanti informazioni cliniche e diagnostiche in tempi rapidi, specie nei reparti di emergenza/area critica, pur disponendo delle procedure diagnostiche più sofisticate e tecnologiche presenti negli ospedali dei “paesi sviluppati”.
La superspecializzazione dei medici, la medicina difensiva o il minor utilizzo delle clinica e delle semeiotiche medica e chirurgica possono portare il medico a:
1. fidarsi poco delle informazioni provenienti dalla visita del paziente;
2. richiedere molti esami anche a scopo cautelativo/difensivo con conseguente enorme spesa di risorse;
3. creare pericolosi ritardi in attesa di conferme diagnostiche specie nell’emergenza chirurgica (esempio: la rottura di milza o di aneurisma dell’aorta non sempre beneficiano della TC prima della sala operatoria);
4. fissarsi su problemi specifici collaterali perdendo di vista la causa principale con il rischio di curare dei numeri anziché il paziente nella sua globalità;
5. diventare sempre meno “generico” considerando il paziente per organi e non per criticità;
6. andare in crisi nel momento in cui la tecnologia si spegne (monitor, apparecchiature radiologiche….);
7. incontrare difficoltà nel caso di patologie meno consuete nel proprio paese.

Il progetto origina da esperienze di lavoro sanitario in contesti tropicali, difficili o a basse risorse nonché di maxiemergenze; si compone di 3 parti:
1. una teorica attraverso il sito http://tropicaldoctor.altervista.org
2. una pratica costituita da corsi di formazione effettivi, specifici e contestualizzati in base alle diverse necessità;
3. una pratica (facoltativa) nei paesi a risorse limitate.
si propone fondamentalmente di:
1. mettere a disposizione attraverso un sito web uno spazio utile di raccolta di protocolli, aggiornamenti, articoli scientifici in materia “tropicale” o meglio di malattie infettive e diffusive (AIDS, Tubercolosi, Malaria…), anestesia, chirurgia, microbiologia, tecniche di laboratorio, politiche farmaceutiche applicate ai PVS; attraverso i links e gli allegati si cerca di agevolare le ricerche di materiale ed informazioni provenienti da fonti differenti;
2. fare formazione specifica ad operatori sanitari che si apprestano a lavorare in contesti diversi dovendo adattare le proprie capacità a situazioni di ridotte risorse diagnostiche, terapeutiche o affrontare lo stress di scenari difficili o pericolosi;
3. fare formazione ad operatori in loco per condividere sistemi e metodiche di lavoro già avvalorati nonché contestualizzarli ai più recenti protocolli internazionali;
4. incentivare la telemedicina per realizzare consulenze e/o refertazioni online, promuovendo l’applicazione della tecnologia più moderna ai contesti remoti e difficili ed incrementando così le possibilità diagnostico-terapeutiche;
5. effettuare consulenze e/o formazioni sul terreno attraverso personale volontario specializzato;
6. elaborare piani strategici per ospedali rurali, da campo per calamità o maxiemergenze;
7. valorizzare l’attività di teaching hospitals già operanti e collaborare alle attività formative già in atto o da sviluppare;
8. fornire indicazioni a tutti coloro che sono interessati a partecipare a formazioni specifiche o a fare esperienze in contesti tropicali/difficili nei differenti panorami (ospedali missionari, ONG, onlus, gruppi di volontariato….);
9. cooperare nei “paesi sviluppati”, tra Hi-Tech e super specializzazioni, a diffondere e riscoprire la “primary medicine” valorizzando le semeiotiche medica e chirurgica e le tecniche di base al fine di agevolare l’approccio in caso di maxiemergenza, conflitto, calamità naturale o semplicemente black-out;
10. contribuire fattivamente alla crescita di progetti attraverso il recupero e l’invio di beni dismessi ancora validi ed efficaci.

Il progetto è:
• indipendente da qualsiasi associazione o organizzazione;
• offerto gratuitamente come volontariato nei PVS previo accreditamento da parte dei relativi ministeri della salute; a pagamento per gli altri paesi (i proventi vengono riutilizzati per la formazione nei PVS);

Consiste in una formazione ideata per personale tecnico sanitario che lavorerà in situazioni disagiate, difficili, sia in contesti tropicali o a basse risorse che di maxiemergenze.

PEC è:

• rivolto al trattamento delle emergenze pre-ospedaliere/territoriali e delle prime ore dall’accettazione di pazienti neonatali, pediatrici o adulti;
• costituito da una parte teorica ed una simulata;
• dotato di linee guida adattate ai contesti (tropici, montagna, guerra, terremoti) e di parti specifiche per il trattamento “low profile” di pazienti critici (politrauma, crush sindrome, ustionato, mal di montagna….);
• esportabile in inglese, francese, spagnolo, portoghese.

PEC (programma esemplificativo del corso tenuto in Guinea B.).

1° giorno:
• analisi del contesto di lavoro e delle infrastrutture disponibili del luogo;
• concetto di maxiemergenza;
• prevenzione catastrofi;
• triage + gestione maxi-afflussi;
• infrastrutture: emoteca, sala operatoria, unità intensiva, farmaci.
2° giorno:
• gestione del trauma sul territorio;
• golden hour;
• estricazione + immobilizzazione;
• first look;
• stabilizzazione;
• second look;
• rianimazione cardio-polmonare;
3° giorno:
• accessi venosi;
• profilassi antitetanica ed antibiotica;
• sedo-analgesia;
• gestione del paziente critico e dello shock;
4° giorno:
• analisi delle diverse patologie traumatiche;
• drenaggio toracico e pericardico;
• utilizzo diagnostica di base (RX + ETG);
5° giorno:
• gestione trauma cranico;
• gestione grandi ustionati;
• indicazioni alla S.O. d’emergenza;
• valutazione trasferimento del paziente critico ad altro centro.

BENEFICI ATTESI

La condivisione di un metodo proveniente da esperienze di medici che hanno lavorato in prima persona in contesti tropicali, difficili o a basse risorse nonché di maxiemergenze permetterebbe:
• di riconsiderare alcune priorità e di essere maggiormente preparati in caso di emergenze particolari; infatti in alcune situazioni, come per esempio le calamità naturali, un paese ad elevate infrastrutture si ritrova in pochi attimi a dover mettere in atto una medicina da campo e a resettare tutta la propria attività a dei livelli minimi e essenziali;
• di affrontare l’emergenza in contesti difficili con suggerimenti che tengono conto della reazione psicologica dell’operatore che si ritrova veramente in gioco (guerra, terremoto, carestie…) anche se ha ricevuto una buona formazione teorica, virtuale o simulata.

Attraverso una formazione specifica e contestualizzata al territorio si potrebbe creare un pool di operatori dell’emergenza proveniente da vari settori (ospedale, 118, protezione civile…) in grado di:
1. attuare in qualsiasi condizione le procedure essenziali sia mediche che chirurgiche (per esempio eseguire interventi chirurgici indemandabili anche in assenza di elettricità o di diagnostica specialistica);
2. acquisire quotidianamente informazioni utili nella diagnosi e nell’essenzialità delle cure al fine di migliorare le cure e anche di ridurre diagnostiche o procedure superflue;
3. partecipare a formazioni e progetti in paesi a risorse limitate dando un contributo alla propria formazione ed un importante contributo umanitario di volontariato ai teaching hospitals;
4. partecipare alle attività di telemedicina dando un contributo a distanza pur rimanendo nel proprio paese;
5. raccogliere dati utili a studi e pubblicazioni (es. mal de altura – Perù).

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